Un domani tutto diventerà un NFT?
Il processo che un bene materiale o immateriale deve eseguire per essere rappresentato digitalmente come NFT.
Ormai è chiaro quasi a tutti cosa siano gli NFT, ci sono però altre domande che meritano una risposta: chi ha inventato i Non Fungible Token? Quando è stato creato il primo NFT della storia? Ripercorriamo le tappe di queste risorse crittografiche dalla loro nascita all’anno del boom che è stato, il 2021.
Per l’invenzione degli NFT dobbiamo distinguere la nascita del concetto teorico e l’atto materiale di creazione del primo Non Fungible Token su una blockchain.
Nel 2012, cioè tre anni dopo la nascita dei Bitcoin e tre anni prima della nascita di Ethereum, fu pubblicato un documento da Meni Rosenfield in cui si introduceva il concetto di “Coloured Coin”.
Il concetto di “gettoni colorati” era sviluppato in relazione alla blockchain dei Bitcoin, per la prima volta si parlò di token che siano diversi l’uno dall’altro. Ovvero, i BTC e le varie cryptovalute si definiscono “fungibili” poiché 1 BTC è sempre uguale a 1 BTC analogamente a come 1 € vale sempre 1€.
L'obiettivo dei Coloured Coin sarebbe stato quello di creare risorse crittografiche uniche, è qui che viene introdotto il concetto di “unicità”, dove 1 token è diverso dall’altro ed è proprio quello che sta alla base degli NFT.
Possiamo definire i ‘Coloured Coin’ come la nascita concettuale degli NFT.
Nel 2014 avviene il minting di “Quantum” su una Blockchain chiamata Namecoin e costruita sul modello Bitcoin, il primo NFT della storia viene coniato dall'artista digitale Kevin McCoy.
Nel 2015-2016 nascono i primi giochi sulla blockchain.
Spells of Genesis in primo gioco online che prevede l’emissione di un crypto-asset built-in-the-game sulla blockchain Counterparty, mentre su una tra le prime terre virtuali su blockchain, chiamata ‘'Etheria’ nascono gli NFT pixel-on-chain.
Nel 2017 nasce la prima asta dal vivo avente ad oggetto un meme raffigurante una caratteristica rana ‘Rare Pepes’
è la prima volta che l’arte digitale può avere un valore ‘intrinseco’, per questo motivo la nascita della crypto arte in questo momento.
Nello stesso anno vengono distribuite sulla blockchain altre 2 collezioni di NFT che oggi conosciamo bene. Parlo di ‘CryptoPunks’ e ‘CryptoKitties’.
La collezione ‘CryptoPunks’ è limitata a 10.000 unità, il cui smart contract evolve rapidamente fino a diventare lo standard il quale definisce i Non Fungible Token che conosciamo oggi ERC721.
A seguire sono i ‘CryptoKitties’ , un gioco virtuale che permette di adottare, allevare e scambiare ‘gatti-virtuali’ utilizzando la blockchain.
Tra il 2018 e il 2022 gli NFT vivono una profonda crescita nei contenuti e nelle opportunità offerte.
Inoltre in questi anni nascono:
gli standard per i token fungibili e non fungibili
i primi marketplace degli NFT
Modalità di utilizzo degli NFT:
Proprietà intellettuale: chiunque acquisti un NFT acquista il diritto di proprietà e di riproduzione di quell’immagine
Gaming: gli NFT diventano oggetti da collezione digitale o gadget utilizzabili nei giochi virtuali
Abbonamento: la proprietà di un NFT può essere verificata, quindi un NFT può fungere da biglietto di accesso
Certificati: gli NFT possono essere utilizzati per verificare l’autenticità dell’identità di una persona o di certificati di nascita, di credenziali accademiche, di licenze o di altro
Documenti finanziari: fatture, bollette, ordini possono essere trasformati in NFT
Real estate: immobili e altre proprietà di valore possono essere tokenizzate per migliorare la liquidità della proprietà o per rendere più veloce il finanziamento
Ora immagina di avere un bene materiale o immateriale e di volerlo vendere o archiviare permanentemente sulla blockchain come NFT per una maggiore autenticità. In questo articolo, vedremmo i processi da eseguire.
Questo processo si chiama tokenizzazione, vediamo cosa significa.
La tokenizzazione è la conversione dei diritti di un bene in un token digitale registrato su una blockchain.
Un bene materiale deve passare attraverso due fasi prima di diventare un NFT.
Fuori della blockchain (off-chain) è necessario che qualcuno:
stimi il valore del bene originale
attesti il bene originario nella sua esistenza e consistenza
autentichi il bene
Sulla blockchain (on-chain) è necessario che:
qualcuno scriva lo smart contract che creerà il token non fungibile
venga generata l'identificazione di questo NFT (immagine, video, audio)
lo smart contract venga distribuito sulla blockchain
Il passaggio di un asset dall'esterno della blockchain fino al momento in cui vive sulla blockchain comporta l'applicazione dell'hash (impronta digitale dell'asset).
Se il bene è materiale deve essere digitalizzato, nel caso di un bene immateriale, o di un bene nativamente digitale, l'impronta calcolata con la funzione hash si limita a comprimere i dati che descrivono il bene immateriale. È tecnicamente impossibile invertire il processo e tornare all'asset originale partendo dall'hash.
Nell'immagine sottostante puoi vedere il processo di tokenizzazione che porta alla generazione di un NFT sulla blockchain.
Un token è un insieme di informazioni digitali all'interno di una blockchain che conferisce un diritto a un soggetto specifico.
NFT significa Non-Fungible-Token, è una risorsa digitale e/o più tecnicamente un pezzo di codice che risiede su una Blockchain, un registro distribuito decentralizzato. Le persone gestiscono i loro NFT attraverso portafogli digitali.
Dopo aver creato l'impronta digitale, iniziamo il processo di mint (dall’inglese ‘conio’) NFT. L'hash dell'asset di cui si vuole creare la rappresentazione digitale sotto forma di NFT viene passato allo smart contract creatore del token che, eseguito sulla blockchain, conierà l'NFT.
Il timestamp è un dato memorizzato in ogni blocco, la cui funzione principale è determinare il momento esatto in cui il blocco è stato estratto e convalidato dalla rete.
È possibile creare un timestamp che certifichi sia l'esistenza dell'asset originale, o il suo hash, prima della zecca, sia la creazione dell'NFT sulla blockchain. Questo hash viene passato allo smart contract del NFT. In questo modo si ha la certezza di fare la prova del timestamp che certifica l'esistenza del bene originario come unico ed immutabile. Chiunque entri in possesso della NFT può essere certo che il bene rappresentato è unico e che esiste nella sua versione originale.
Con il termine trasferimento si intende passare i diritti sul bene da un titolare a un’altro.
Quando qualcuno vuole trasferire l’NFT, dopo aver individuato un acquirente (dal portafoglio A al portafoglio B), bisogna assicurarsi che il futuro 'proprietario' possa vantare un NFT davvero unico. Solo il titolare dello smart contract può creare una copia della NFT e distribuirla con lo stesso smart contract della NFT originale.
Lo scambio di un NFT tra A e B richiede sulla blockchain la presenza di:
un wallet, in cui è conservata la chiave privata, che permette di firmare digitalmente le transazioni, consentendo così lo scambio degli NFT
un account, qui l'utente custodisce i suoi NFT contabilizzati da un identificatore (id), sulla blockchain l'account ha un indirizzo pubblico noto a chiunque
Il trasferimento di una NFT tra A e B avviene provocando una transazione di stato sulla blockchain, implementata invocando alcune funzioni dello smart contract che costituisce il token.
Solo il titolare della chiave privata del portafoglio in cui l’NFT è custodito può trasferirlo firmando la transazione.
Quando un NFT viene trasferito, esso in realtà rimane immutabile sulla blockchain, con lo stesso identificatore e appartenente allo stesso smart contract, cambia soltanto il proprietario ed è colui che ne detiene i diritti.
Conclusione
Ora avendo capito il potenziale degli NFT e il come un bene di valore può diventare un asset digitale, possiamo notare come questi asset tendono a far parte della nostra vita quotidiana e grazie al sistema di decentralizzazione nessuno può toglierli al vero proprietario.
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